Mindfulness e fotografia: cosa ho imparato scrivendo per Digital Photo Mentor

Qualche settimana fa ho pubblicato un articolo su Digital Photo Mentor , una delle risorse più autorevoli per fotografi a livello internazionale.

Il tema? La mindfulness può rendere le tue fotografie migliori?

Scrivere per quella piattaforma mi ha costretto a riflettere profondamente su un’esperienza personale che ha trasformato radicalmente il mio modo di fotografare. E voglio condividere qui alcune riflessioni che sono emerse da quel processo.

10 mesi senza fotocamera, poi tutto è cambiato

Nel 2023 ho attraversato un periodo difficile. Per quasi 10 mesi ho a malapena toccato la mia fotocamera. Non per scelta artistica, ma perché stavo affrontando alcune sfide personali che richiedevano tutta la mia energia.

Durante quel periodo, mi sono dedicato alla pratica della mindfulness meditation. Non per migliorare come fotografo—per quello non mi importava nulla—ma per sopravvivere mentalmente.

Quando finalmente ho ripreso in mano la fotocamera, è successo qualcosa di inaspettato.

Le fotografie che scattavo avevano una qualità completamente diversa. Non tecnicamente—le mie competenze tecniche erano rimaste invariate. Ma emotivamente, narrativamente, intenzionalmente, erano su un altro livello.

Catturavo storie che prima non riuscivo a vedere. Notavo dettagli che prima mi sfuggivano. Ero presente in un modo che non avevo mai sperimentato.

E questo senza aver seguito nuovi corsi, senza aver comprato nuova attrezzatura, senza aver studiato nulla di fotografico.

Qualcosa dentro di me era cambiato. E quel cambiamento si rifletteva nelle immagini.

La domanda che mi ha spinto a scrivere

Quando ho realizzato questo cambiamento, mi sono chiesto: è possibile che la mindfulness—praticata per motivi completamente diversi—abbia migliorato la mia fotografia più di qualsiasi corso tecnico?

La risposta, dopo mesi di riflessione e pratica, è sì.

Ma non per i motivi che ti aspetteresti.

Nell’ articolo completo su Digital Photo Mentor , ho esplorato in dettaglio come la mindfulness influenzi tre aspetti fondamentali della fotografia:

  1. La capacità di vedere (non solo guardare)
  2. L’intenzionalità (sapere perché stai scattando quella foto)
  3. La presenza (essere completamente lì, in quel momento)

Non voglio ripetere qui tutto ciò che ho scritto per Digital Photo Mentor—ti invito a leggere l’articolo originale per approfondire. Ma voglio condividere la lezione più importante che ho imparato.

Vedere prima di comporre

La fotografia viene insegnata al contrario.

Si parte dalla tecnica: esposizione, apertura, ISO, composizione. Poi, da qualche parte alla fine del corso, ti dicono: “Ah, e ricordati di raccontare una storia.”

Ma come? Nessuno te lo insegna davvero.

La mindfulness inverte questo processo. Ti insegna prima a vedere, poi ti dà una ragione per imparare la tecnica.

Come ho scritto nell’articolo per Digital Photo Mentor: la mindfulness non mi ha insegnato la composizione o l’esposizione. Mi ha insegnato a riconoscere il momento prima che la composizione conti—quando noti per la prima volta che qualcosa ha una storia da raccontare.

Quella frase sintetizza tutto.

Se non sai vedere le storie, la tecnica è inutile. Scatterai foto tecnicamente perfette che non dicono nulla.

Se sai vedere le storie ma non hai la tecnica, almeno sai cosa vuoi imparare. E quella è motivazione pura.

L’arte di fotografare senza agenda

Una delle grandi rivelazioni della mindfulness applicata alla fotografia è stata questa: le migliori foto nascono quando smetti di cercare qualcosa di specifico.

Prima della mindfulness, camminavo nei boschi volendo trovare qualcosa degno di essere fotografato. Avevo un’agenda. Avevo aspettative.

Ora cammino osservando ciò che è realmente presente. E mi chiedo: che emozione crea in me?

Le fotografie che scatto ora nascono da quell’osservazione, non dalla mia agenda.

Nell’articolo su Digital Photo Mentor ho condiviso principalmente fotografie di funghi—un soggetto perfetto per illustrare questo concetto. I funghi sono effimeri, imprevedibili. Non puoi pianificare dove cresceranno. L’unico approccio è entrare nel bosco e vedere cosa trovi.

E quando sei presente, senza forzare, trovi storie che non avresti mai immaginato.

Scrivere per insegnare mi ha insegnato di più

Scrivere per Digital Photo Mentor è stata un’esperienza che mi ha costretto a chiarire pensieri che fino a quel momento erano nebulosi. A mettere in parole un processo che vivevo intuitivamente.

Ho dovuto spiegare concetti come l’Attentional Aperture (l’apertura attenzionale), il legame tra maturità emotiva e autenticità artistica, la differenza tra infrangere regole per ignoranza o con intenzione.

E nel processo di spiegare questi concetti ad altri fotografi, li ho compresi più profondamente io stesso.

Questo è il potere di insegnare: ti obbliga a capire davvero ciò che sai.

Un invito alla lettura

Se questo approccio ti incuriosisce, ti invito a leggere l’articolo completo su Digital Photo Mentor .

Lì troverai:

  • Esercizi pratici per sviluppare l’osservazione emotiva
  • Esempi visivi di fotografia “senza agenda”
  • Riflessioni sulla fotografia come forma di meditazione

Non è un articolo tecnico. È una riflessione su cosa significa fotografare con intenzione, presenza, e autenticità.

E forse, leggendolo, riconoscerai qualcosa di te stesso.

La fotografia si impara vedendo, non solo guardando

Dopo oltre 13 anni nel mondo della tecnologia e della creazione di contenuti, ho imparato che le competenze tecniche si possono insegnare in poche ore.

Vedere, invece, richiede presenza. Richiede allenamento dell’attenzione. Richiede onestà emotiva.

E questo è ciò che la mindfulness mi ha dato.

Se sei un fotografo che sente di avere tutte le competenze tecniche ma le tue foto “non dicono nulla”, forse è perché stai guardando invece di vedere.

Se sei un creatore di contenuti che produce immagini tecnicamente corrette ma prive di emozione, forse è perché hai imparato la tecnica prima della visione.

E se sei qualcuno che sente che c’è qualcosa di più nella fotografia oltre ai settings della fotocamera, probabilmente hai ragione.

Cerchi un mentore per la tua fotografia?

La consulenza iniziale è gratuita: se vuoi approfondire questi concetti, esplorare come sviluppare la tua visione fotografica oltre la tecnica, o semplicemente confrontarti con qualcuno che ha percorso questo cammino, contattami. Offro sessioni di mentorship individuale per fotografi che vogliono andare oltre le regole e trovare la propria voce visiva.

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